Guida scritta da:
Giovanni, giardiniere per passione, Umbria
153 guide
Arbusti dai fiori profumati, apprezzati per la fragranza sprigionata durante la fioritura estiva e per il fogliame sempreverde, gli oleandri richiedono pochi interventi durante l’anno e cure semplici. Si tratta infatti di una pianta particolarmente diffusa in Italia: è frequente vederla adornare spazi pubblici, giardini, aiuole e addirittura autostrade, dove resistono a condizioni climatiche e atmosferiche particolarmente difficili.
L’oleandro è una pianta originaria dell’Asia, ma che cresce ormai spontaneamente nel bacino mediterraneo. In Italia, l’oleandro viene chiamato anche Lauro rosa o, in alcune regioni, “mazza di San Giuseppe” e “ammazza l’asino” a causa della sua velenosità, caratteristica da non trascurare. Le foglie si presentano in forma ovale, lunga e di un verde scuro interrotto da una nervatura centrale. I rami, di un verde brillante, ingrigiscono con il tempo, mentre i fiori, dai colori vivaci, variano dal bianco al rosa, fino ad alcune sfumature di rosso.
Spesso coltivato in siepi, l’oleandro può raggiungere 3 metri di altezza e 4 metri di larghezza.
Esistono ad oggi numerose varietà di oleandro, ma quelle sicuramente più diffuse sono:
Come dicevamo, la coltivazione delle piante di oleandro non prevede eccessive cure e può essere fatta sia in terra che in vaso. In effetti, ad eccezione dei primi due anni, durante i quali bisognerà prestare particolarmente attenzione a l'innaffiatura, una volta le radici attecchite, questo arbusto sarà resistente anche in periodi di forte siccità.
L’oleandro non sopporta climi troppo rigidi e, proprio per questo motivo, è adatto al clima mediterraneo e costiero, dove trova giovamento. Nonostante la sua proverbiale resistenza, al di sotto dei 5° C è opportuno proteggere la pianta.
Nel caso di oleandri provenienti da zone con un clima molto diverso rispetto a quello della nostra regione, è consigliabile esporre la pianta al nuovo clima per una decina di giorni, in modo graduale, affinché si abitui alle nuove condizioni atmosferiche. In seguito, sarà possibile spostare o trapiantare l’oleandro, prediligendo un’esposizione in pieno sole.
Per la messa a dimora, bisogna considerare il tipo di coltivazione da dare alla pianta.
Che la coltivazione avvenga in terra o in vaso, l’oleandro va piantato in una zona dal clima temperato. In zone con precipitazioni frequenti, sarebbe meglio coprire la pianta con un telo apposito già a partire da ottobre ed esporla nuovamente con la primavera.
Nelle zone dal clima invernale rigido, è consigliabile invece piantare l’oleandro in vaso, in modo da poterlo spostare facilmente durante l’anno e metterlo al riparo da intemperie di varia natura. Questa scelta, prevede chiaramente una cura e un’annaffiatura più scrupolosa durante tutto l’anno.
Il periodo ideale per piantare un oleandro è tra ottobre e aprile. Non è necessario utilizzare un tipo particolare di terreno: un terriccio universale sarà adeguato. Questo può essere più o meno ricco, ma deve assicurare un ottimo drenaggio delle radici affinché non si sviluppino muffe e parassiti.
Ecco come piantare un oleandro in terra, tappa per tappa:
Pur non avendo esigenze specifiche, nei primi anni di vita è consigliabile spargere un concime granulare e/o sangue di bue all’inizio della primavera, in modo da preparare quest’arbusto alla fioritura estiva, che sarà così particolarmente florida.
Per i giovani oleandri coltivati in vaso è poi consigliabile cambiare il terreno ogni anno. Durante la piena fioritura, sarà poi possibile aggiungere del concime liquido ogni 15/20 giorni in modo da supportare la resistenza della pianta.
Data la sua rapida crescita, ti consigliamo di prevedere uno spazio dove trapiantare l’oleandro in piena terra quando le radici saranno troppo importanti da essere contenute in un vaso.
Come già detto, l’oleandro non ha particolari esigenze di annaffiatura, soprattutto se coltivato in terra. Durante i primi anni di crescita, e in particolar modo d’estate, sarà importante assicurare un’annaffiatura minima di 2 volte al mese, che potrà diventare poi più sporadica nel corso degli anni. Per quanto riguarda gli oleandri in vaso, è importante fornire un apporto d’acqua più costante durante tutte le fasi di vita della pianta.
L’annaffiatura regolare dell’oleandro va assicurata in particolar modo a partire dalla primavera, quando il substrato terroso sarà più asciutto e non si correrà il rischio di impregnare le radici di acqua, danneggiando la pianta.
Poche persone sanno che l’oleandro è una delle piante più velenose e pericolose in natura. In effetti, non solo i fiori ma ogni parte della pianta, se ingerita, può provocare un arresto cardiocircolatorio, e questo non soltanto per l’uomo ma anche e soprattutto per animali erbivori e bambini molto piccoli, meno prudenti rispetto alla tossicità delle piante.
A questo proposito, ti consigliamo di maneggiare con prudenza la pianta e in particolar modo di:
Trattandosi di una pianta velenosa, l’oleandro va maneggiato con attenzione. La potatura va dunque effettuata adottando le adeguate precauzioni e utilizzando attrezzature specifiche.
Il periodo ideale per potare l’oleandro è dopo il periodo della fioritura, durante l’autunno, e alla fine dell’inverno. La potatura ha lo scopo di eliminare i fiori secchi e gli steli sfioriti, ma anche di stimolare la nuova fioritura.
Alla fine del periodo invernale, si può procedere tagliando qualche vecchio ramo dalla radice, mentre, per quanto riguarda il periodo successivo alla fioritura, è consigliabile tagliare al di sopra del nodo fogliare oppure troncare i rami di un terzo, in modo da incentivarne la crescita.
Discorso diverso per quanto riguarda l’oleandro in vaso, da potare subito dopo la fioritura. In questo caso, sarà necessario tagliare tutti i rami fioriferi di almeno la metà.
È importante ricordare ancora una volta che l’oleandro non va mai potato a mani nude e che bisognerà procurarsi dispositivi di protezione e attrezzi adatti:
Il metodo più efficace per riprodurre una pianta di oleandro è la talea. Si tratta di un procedimento piuttosto semplice e rapido. Ti consigliamo di effettuare la riproduzione per talea durante l’estate, nel picco della fioritura, idealmente tra luglio e agosto.
Esistono due metodi per riprodurre l’oleandro. Il primo consiste nel coltivare l’oleandro direttamente in terra:
Un secondo metodo di riproduzione prevede che il ramo venga coltivato in acqua nella fase iniziale:
È importante ricordarsi di esporre la pianta in una zona luminosa e non per forza al sole diretto. Bisognerà poi attendere circa due stagioni prima di trapiantare l’oleandro definitivamente.
L’oleandro viene attaccato prevalentemente da funghi e da alcuni insetti nocivi. Per curare la tua pianta in modo tempestivo, è importante riconoscere i segnali delle diverse malattie dell’oleandro.
Per quanto riguarda i funghi ricordiamo:
Anche gli insetti possono nuocere all’oleandro. Ricordiamo tra questi:
Per evitare che si sviluppino funghi o insedino insetti, è particolarmente consigliabile evitare i ristagni d’acqua e favorirne il drenaggio.
Regina dei giardini e delle città ben curate, la pianta di oleandro regala un tocco di colore ad ogni fioritura. Le nuance di rosa e pesca si abbinano perfettamente con altri arbusti, di cui esaltano le caratteristiche e i fiori. Senza alcun dubbio, l’oleandro dà il meglio di sé se accostato ad altre piante mediterranee come le piante di limoni o gli ulivi ma anche a piante da fiore come il giglio (Alstromeria), l’agapanto o la lagerstroemia.
Guida scritta da:
Giovanni, giardiniere per passione, Umbria, 153 guide
Alto come un soldo di cacio, già lavoravo nel giardino di famiglia. Forse è da lì che è nato il mio interesse per le piante e il giardinaggio. Era quindi logico per me seguire degli studi sia di biologia vegetale che di agraria. Accogliendo la richiesta di diversi editori, ho scritto in 25 anni numerosi libri sulla tematica delle piante, dei funghi (argomento che mi è a cuore), essenzialmente delle guide per il riconoscimento all’inizio, ma presto anche in seguito, sul giardinaggio, riallacciandomi così alla prima passione della mia infanzia. Ho anche collaborato regolarmente con diverse riviste specializzate nell’ambito del giardinaggio o più in generale della natura. Siccome non c’è giardiniere senza giardino, è in un piccolo angolo dell’Umbria che coltivo il mio da 30 anni e dove metto in pratica i metodi di coltura che vi consiglio.