Guida scritta da:
Giovanni, giardiniere per passione, Umbria
Il rinvaso di una pianta è necessario per due motivi:
La terra contenuta in un vaso si impoverisce di elementi nutritivi, non solo perché la pianta li assorbe per nutrirsi, ma anche a causa delle innaffiature.
Le radici crescono continuamente e, se il vaso non viene sostituito con uno più grande, si ritrovano compresse in uno spazio ristretto.
Il rinvaso riguarda in generale tutte le piante da interno, le piante perenni da balcone e le piante da esterno in vaso, che durante il periodo invernale vengono messe al coperto, come gli agrumi.
Per le piante giovani, la cui crescita è molto attiva, devi pensare a un rinvaso annuale. Le altre piante invece, si accontenteranno di un rinvaso ogni due oppure ogni tre anni.
Ecco quali sono i segnali che ti fanno capire che è arrivato il momento di rinvasare:
la pianta cresce poco, sviluppa steli più corti nonché foglie e fiori più piccoli;
dai fori di drenaggio del vaso escono radici sottili.
Il periodo migliore per sostituire il vaso è l'inizio della primavera, a marzo, prima della ripresa vegetativa della pianta. È meglio evitare di rinvasare una pianta nel momento della fioritura. Tuttavia, spesso è preferibile rinvasare le piante subito dopo l'acquisto perché di solito il vaso o le fioriere con cui vengono vendute non forniscono loro uno spazio sufficiente.
Devi predisporre:
un vaso di un diametrosuperiore in base alla dimensione della pianta;
del terriccio speciale per rinvaso;
dei materiali didrenaggio (ghiaia, palline di argilla espansa, ecc.), il drenaggio è inutile se usi un vaso a riserva d'acqua;
del substrato di coltura idoneo alla pianta che puoi acquistare già pronto all'uso oppure realizzare tu stesso;
un tessuto geotessile;
alcuni accessori: annaffiatoio, trapiantatoio, cesoie, sarchietto, setaccio.
dei dispositivi di protezione individuale (DPI): guanti di protezione, abbigliamento per il giardinaggio.
Il fondo del vaso deve avere un foro per il drenaggio di almeno 8 mm di diametro. Se si tratta di un vaso grande o di una fioriera, serviranno più fori distanziati di 10 cm l'uno dall'altro.
D'estate, il terriccio di un vaso messo sul balcone è esposto a calore intenso e le radici ne soffrono. Per proteggerle, prevedi un isolamento a livello della parete interna del vaso posizionando delle sottili placche di polistirene (sono sufficienti pochi millimetri di spessore).
Sul fondo del recipiente, posiziona uno strato destinato a drenare il terriccio e a evitare l'eccesso di umidità, così da impedire alle radici di rimanere immerse nell'acqua. Questo strato, costituito da ghiaia, da pozzolana, da cocci di vasi in terra cotta o da palline di argilla espansa, deve costituire circa 1/6 del volume del vaso.
Per i vasi di grandi dimensioni, procurati del tessuto geotessileche fungerà da filtro fra lo strato drenante e il terriccio. In questo modo, impedirai a quest'ultimo d'intasare gli interstizi dello strato drenante. Provvedi a ripiegare i bordi del tessuto contro la parete del vaso.
Capovolgi il vecchio vaso insieme alla pianta - oppure mettilo in posizione orizzontale - e batti sul fondo. Con una mano, tira delicatamente la base degli steli verso l'esterno del vaso, tenendo il vaso con l'altra mano.
In alcuni casi, potresti dover rompere o tagliare il vaso per liberare la zolla o la massa compatta formata da terriccio e radici.
Questa operazione può essere agevolata interrompendo per un po' l'irrigazione: così facendo, il terriccio si ritira facilitando la rimozione della zolla. In ogni caso evita di fare questa operazione nei periodi molto caldi.
Zappa l'intera zolla per scompattarla, in particolare se le radici hanno formato un blocco unico arrotolato a spirale intorno alla zolla. Questo è un segnale che hai aspettato troppo tempo prima di rinvasare.
Metti uno strato di terriccio sul fondo del vaso e posiziona al centro la zolla, prestando attenzione che la sua superficie si trovi a 4 o 5 cm al di sotto del bordo del vaso.
Riempi il contorno della zolla e, leggermente, anche la sua superficie con del substrato o del terriccio. Infine comprimila e poi annaffia. Dopo l'annaffiatura, il terriccio si assesta leggermente perciò aggiungine dell'altro e compatta di nuovo.
In superficie, puoi anche aggiungere un sottile strato di palline di argilla per mantenere un buon livello di umidità limitando le perdite dovute all'evaporazione.
Non aggiungere subito il fertilizzante ma aspetta almeno 3 settimane.
Effettuare il rinvaso di piante che crescono in vasi o in contenitori di grandi dimensioni è un'operazione piuttosto complicata. Perciò, si procede con la reinterratura ovvero, ci si accontenta di raschiare e sostituire con terriccio nuovo i primi 3-5 cm di terriccio superficiale.
Si effettua una volta l'anno, nel mese di marzo, su alcune piante. Ecco le più comuni:
ficus;
albero della gomma;
palma;
filodendro;
yucca;
bouganville;
limone;
arancio;
piante acidofile comerododendri, azalee, aceri giapponesi, camelie.
Aiutandoti con una sarchietto, gratta la superficie della zolla evitando di tagliare o di danneggiare le radici.
Togli il vecchio substrato aiutandoti con un trapiantatoio, e sostituiscilo con un mix di terriccio e di compost, oppure con terriccio che avrai arricchito con un fertilizzante.
Compatta e poi annaffia.
Dopo un mese, fertilizza la pianta per favorirne la crescita.
Guida scritta da:
Giovanni, giardiniere per passione, Umbria
Alto come un soldo di cacio, già lavoravo nel giardino di famiglia. Forse è da lì che è nato il mio interesse per le piante e il giardinaggio. Era quindi logico per me seguire degli studi sia di biologia vegetale che di agraria. Accogliendo la richiesta di diversi editori, ho scritto in 25 anni numerosi libri sulla tematica delle piante, dei funghi (argomento che mi è a cuore), essenzialmente delle guide per il riconoscimento all’inizio, ma presto anche in seguito, sul giardinaggio, riallacciandomi così alla prima passione della mia infanzia. Ho anche collaborato regolarmente con diverse riviste specializzate nell’ambito del giardinaggio o più in generale della natura. Siccome non c’è giardiniere senza giardino, è in un piccolo angolo dell’Umbria che coltivo il mio da 30 anni e dove metto in pratica i metodi di coltura che vi consiglio.