Guida scritta da:
Giovanni, giardiniere per passione, Umbria
Nome comune: lavanda.
Nome latino: Lavandula.
Tipo di pianta: cespuglio.
Tipo di coltivazione: aiuola, giardino roccioso, bordura, siepe bassa.
Altezza: da 30 cm a 1 metro.
Fioritura: da giugno a settembre, a seconda delle varietà.
Terreno: ben drenato, anche sassoso, preferibilmente calcareo.
Temperatura: le varietà più resistenti fino a -20 °C.
Esposizione: pieno sole.
La lavanda è una pianta sempreverde che forma un piccolo cespuglio la cui altezza può superare anche un metro, se lasciato crescere. Le lavande coltivate possono essere classificate in tre grandi gruppi.
La lavanda vera (Lavandula angustifolia) è alla base di numerose cultivar ed è la migliore in termini di qualità di olio essenziale.
La Lavandula intermedia o lavandino è un ibrido tra due specie di lavanda ed è la varietà più coltivata per via della sua resa di olio essenziale.
La lavanda selvatica o Lavandula stoechas, e soprattutto la varietà pedunculata, fiorisce abbastanza presto, a partire da aprile, è più sensibile al freddo e predilige i terreni acidi.
La lavanda è una pianta mediterranea che, nonostante tutto, resiste abbastanza bene al freddo. Per questo può essere coltivata in quasi tutte le regioni, essendo le specie più rustiche resistenti a temperature fino a -20 °C.
La lavanda necessita di un terreno leggero, ben drenato e calcareo (tranne la lavanda selvatica che richiede un terreno acido), ma qualsiasi buon terreno da giardino andrà comunque bene.
In ogni caso, la lavanda non deve essere piantata in un terreno argilloso, a meno che non venga notevolmente ammendato con un mix di terriccio e sabbia. Ma soprattutto, è importante piantarla in pieno sole.
Generalmente la lavanda viene piantata in primavera, quando il rischio di gelate è minimo; la messa a dimora in autunno è altresì possibile nelle regioni caratterizzate da un clima mite. Le piante devono essere distanziate tra loro almeno 40 - 50 cm. Ci vogliono circa 3 anni per ottenere un bel cespuglio fiorito.
Può essere collocata in aiuole, bordure e giardino roccioso ma è comunque d'effetto anche in grandi cespugli isolati. La lavanda trae vantaggio dall'essere posizionata in primo piano nei giardini rocciosi o nelle aiuole di arbusti perché, oltre alla fioritura che dura un mese, la forma sferica del cespuglio grigio-blu è di grande valore estetico.
Diverse varietà nane garantiscono dei risultati molto buoni se poste in contenitori. Scegli un recipiente senza riserva d'acqua e di volume due volte superiore a quello della zolla della pianta da trapiantare.
Riempilo con terriccio alleggerito con un terzo di sabbia grossolana: per la lavanda selvatica, un terzo del substrato dovrà essere composto da terriccio d'erica.
Il taleaggio della lavanda è facile e assicura buoni risultati; permette di sostituire le piante che stanno invecchiando. Ecco come procedere.
Taglia l'estremità di un ramoscello per una lunghezza di 10-15 cm.
Elimina le foglie della metà inferiore.
Infila la parte senza foglie in un vaso contenente un substrato (due terzi di terriccio e un terzo di sabbia o pozzolana).
Mantieni il substrato umido e metti il tutto in un luogo ombreggiato.
Escludendo la potatura, indispensabile per conservare la forma compatta e armoniosa nella pianta, la lavanda richiede poca manutenzione.
La potatura della lavanda ha come obiettivo quello di:
conservare la forma sferica della pianta;
stimolare la crescita dei germogli;
assicurare una fioritura abbondante.
Una pianta di lavanda non potata lignifica alla base, in altre parole diventa legno. Inoltre, diventa spoglia alla base, poiché i germogli non spuntano sul legno vecchio. La lavanda deve quindi essere potata nel primo anno di impianto.
Nel primo anno di impianto, a maggio, taglia gli steli senza fiore circa alla metà della loro lunghezza per favorire la crescita di nuovi germogli e aumentare la densità del cespuglio.
La potatura di manutenzione viene effettuata dopo la fioritura, quando i fiori sono appassiti. Gli steli fiorali vanno tagliati alla base, sopra le ultime foglie. Usa delle forbici da potatura per un cespuglio isolato, ma spesso sono necessario le cesoie tagliasiepi per diverse piante molto fitte.
Oltre al taglio degli steli fiorali, pota anche i germogli di fine anno accorciandoli di 5-10 cm.
Il concime non è necessaria in un terreno a fertilità media e l'irrigazione deve essere effettuata soltanto se il terreno diventa molto secco.
Non c'è bisogno di proteggere, durante l'inverno, le piante di lavanda già ben sviluppate, eccetto la lavanda selvatica che ha difficoltà a sopportare temperature inferiori a -5° C. Gli ibridi, invece, sono per lo più resistenti a temperature fino a -15° C, e le varietà più rustiche fino a -20° C.
Le piante in vaso sono più sensibili al freddo: se desideri proteggerle, non dimenticare di coprire anche il contenitore.
Se coltivata in buone condizioni e con esposizione soleggiata, in un terreno ben drenato e non troppo ricco, la lavanda non ha motivo di ammalarsi. I funghi patogeni compaiono soltanto in un ambiente non favorevole alla pianta.
Tuttavia, una malattia batterica grave può essere trasmessa in seguito alla puntura della cicalina, il fitoplasma dello stolbur, che indebolisce la pianta e finisce per ucciderla. La lotta biologica con l'introduzione delle coccinelle e dei crisopi, può essere un rimedio ma, se le piante sono troppo infestate, occorrerà tagliarle. Esistono comunque delle cultivar ('Diva' e 'Rapido') della Lavanda angustifolia resistenti a questa malattia.
La lavanda, inoltre, può anche essere attaccata da diversi insetti o altri parassiti come la cecidomia e la crisolina della lavanda. Per contrastarli, pota le parti colpite.
Guida scritta da:
Giovanni, giardiniere per passione, Umbria
Alto come un soldo di cacio, già lavoravo nel giardino di famiglia. Forse è da lì che è nato il mio interesse per le piante e il giardinaggio. Era quindi logico per me seguire degli studi sia di biologia vegetale che di agraria. Accogliendo la richiesta di diversi editori, ho scritto in 25 anni numerosi libri sulla tematica delle piante, dei funghi (argomento che mi è a cuore), essenzialmente delle guide per il riconoscimento all’inizio, ma presto anche in seguito, sul giardinaggio, riallacciandomi così alla prima passione della mia infanzia. Ho anche collaborato regolarmente con diverse riviste specializzate nell’ambito del giardinaggio o più in generale della natura. Siccome non c’è giardiniere senza giardino, è in un piccolo angolo dell’Umbria che coltivo il mio da 30 anni e dove metto in pratica i metodi di coltura che vi consiglio.