Come prendersi cura di un albero lesionato

Come prendersi cura di un albero lesionato

Giovanni, giardiniere per passione, Umbria

Guida scritta da:

Giovanni, giardiniere per passione, Umbria

Vari tipi di aggressioni possono causare lesioni agli alberi, in particolare agli alberi da frutto. Il legno, privato della sua corteccia, può quindi essere attaccato da agenti patogeni, in particolare funghi se l'albero non viene aiutato a difendersi coprendo la lesione con uno strato protettivo.

Caratteristiche importanti

  • Importanza di guarire un albero
  • Tipo di lesione e cura
  • Sorveglianza
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Perché è importante curare un albero lesionato?

Perché è importante curare un albero lesionato?

Una lesione su un albero può avere origini diverse: un ramo può rompersi sotto l'effetto del vento o perché sovraccarico di frutti; il tronco può essere vittima di morsi di animali a livello della corteccia; tagli, innesti e colpi accidentali di utensili durante la manutenzione del giardino possono intaccare la corteccia - il tosaerba o il decespugliatore che passano troppo vicino al tronco ecc. 

L'albero non è in grado di cicatrizzare come accade per gli animali, quindi reagisce creando un cordone di copertura, a volte chiamato nervatura cicatriziale, ma la sua formazione è molto lenta. È possibile quindi accelerare la cicatrizzazione dell’albero ma è necessario agire in fretta: una lesione infatti, può essere una via d'accesso per la diffusione di molte malattie, comprese quelle dovute ai funghi.

I polipori sono particolarmente pericolosi. Si nutrono della lignina e rosicchiano il legno a poco a poco senza far apparire niente fino a quando l'albero non deperisce. A volte sul tronco appare anche un fungo a forma di palla, di ferro di cavallo o piano.

Trattare la lesione provocata dalla rottura di un ramo

Se il ramo spezzato era già morto, è inutile intervenire: è un fenomeno che fa parte della vita di un albero e che la natura riesce a gestire molto bene. Intervieni solo se il ramo spezzato era vivo e, in questo caso, il più rapidamente possibile, tagliando con la sega la parte di ramo rimanente sull'albero. Quindi spalma la zona con un mastice cicatrizzante, aiutandoti con una spatola e ricoprendo bene il contorno.

Se il ramo si è spezzato a livello del tronco, pulisci la lesione con un falcetto rimuovendo le schegge di legno o di corteccia e applica il sigillante sulla lesione

Se si verificano fessure di ritiro nel sigillante durante l'asciugatura, passane una seconda mano. Nei mesi successivi all'operazione, prenditi particolare cura dell'albero perché è indebolito. Non fargli mancare il fertilizzante o il compost e innaffialo molto in caso di siccità prolungata.

Mastice cicatrizzante

Mastice cicatrizzante

Venduto in barattoli o tubetti, il mastice cicatrizzante è talvolta chiamato balsamo cicatrizzante o semplicemente cicatrizzante. È una miscela di resine e oli vegetali sotto forma di una pasta che costituisce una barriera impermeabile che protegge l'albero dalle aggressioni  esterne (insetti, funghi). Spesso è integrato con fungicidi. 

Nonostante il loro nome, i cicatrizzanti non hanno il potere di guarire una lesione; favoriscono solo la formazione della nervatura cicatriziale, l'unico mezzo che l'albero ha a disposizione per difendersi. Il mastice e il sigillante cicatrizzante sono in effetti lo stesso prodotto.

Esistono anche cicatrizzanti in bomboletta spray ma sono meno efficaci. Fino a poco tempo fa veniva ancora usato il catrame di Norvegia (o catrame di pino) per trattare e coprire le lesioni. Non solo è inefficace, ma è tossico per le cellule dell'albero e rallenta la formazione della nervatura cicatriziale.

Produrre il proprio cicatrizzante per il benessere dell'albero

Produrre il proprio cicatrizzante per il benessere dell'albero

In realtà, il parere sull'uso del mastice cicatrizzante è tutt'altro che unanime, sia tra gli arboricoltori che tra gli scienziati. I detrattori credono che blocchi gli agenti patogeni nel legno creando un ambiente caldo e umido favorevole alla loro diffusione. Molti giardinieri preferiscono applicare un rimedio di loro fabbricazione. Così alcuni ancora oggi usano un prodotto conosciuto da diversi secoli sotto il nome di unguento di San Fiacre. È una miscela di argilla e sterco di mucca, in parti uguali, con cui ricoprire le lesioni sugli alberi da frutto.

Ecco un'altra ricetta: raccogliere in un contenitore 1 volume di miscela bordolese (polvere) e 5 volumi di argilla in polvere. Aggiungere gradualmente acqua e mescolare bene fino ad ottenere una pasta liscia e omogenea. È inoltre possibile aggiungere un volume di olio vegetale per evitare che l'argilla non si screpoli durante l'essiccazione. Stendere con un pennello. Per la miscelazione va bene qualsiasi argilla commerciale verde o bianca, ma anche il terreno stesso del tuo giardino se è molto argilloso.

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Miscela bordolese

Dovremmo sigillare la cavità di un albero cavo?

Dovremmo sigillare la cavità di un albero cavo?

Una volta si consigliava di chiudere le cavità sui tronchi degli alberi con metodi... discutibili. Dopo anni di errori e molte osservazioni, gli alberi cavi hanno dimostrato di poter vivere a lungo in buona salute. Le cavità degli alberi sono rifugi molto utili per la fauna selvatica, che può anche offrire ottimi servizi al giardino: api, uccelli, picchi, gufi, civette, passeri, pipistrelli, scoiattoli...

L'unico intervento che è considerato opportuno al giorno d'oggi è impedire il ristagno d'acqua nella cavità nel caso in cui vi penetri l'acqua piovana. Per ovviare al problema, è sufficiente praticare un foro con un trapano sotto l'entrata della cavità per consentire all'acqua di defluire all'esterno del tronco.

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Giovanni, giardiniere per passione, Umbria

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Alto come un soldo di cacio, già lavoravo nel giardino di famiglia. Forse è da lì che è nato il mio interesse per le piante e il giardinaggio. Era quindi logico per me seguire degli studi sia di biologia vegetale che di agraria. Accogliendo la richiesta di diversi editori, ho scritto in 25 anni numerosi libri sulla tematica delle piante, dei funghi (argomento che mi è a cuore), essenzialmente delle guide per il riconoscimento all’inizio, ma presto anche in seguito, sul giardinaggio, riallacciandomi così alla prima passione della mia infanzia. Ho anche collaborato regolarmente con diverse riviste specializzate nell’ambito del giardinaggio o più in generale della natura. Siccome non c’è giardiniere senza giardino, è in un piccolo angolo dell’Umbria che coltivo il mio da 30 anni e dove metto in pratica i metodi di coltura che vi consiglio.

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