Guida scritta da:
Giovanni, giardiniere per passione, Umbria
Gli sfalci della tosatura e soprattutto le radici vecchie e secche formano negli anni il feltro, una sorta di coltre impenetrabile che ostacola l'aerazione del terreno, soprattutto se il terreno è pesante (argilloso e compatto), di natura acida e regolarmente calpestato.
La scarificazione consiste nell'eliminare il groviglio di radici superficiali e di feltro per facilitare la penetrazione dell'aria e dell'acqua nel terreno. Ha anche lo scopo di eliminare il muschio che si forma principalmente durante il periodo invernale nelle aree ombreggiate e umide del prato, sotto gli alberi, alla base di un muro esposto a nord, ecc. Quando viene effettuata su un vecchio prato, la scarificazione lo rigenera.
In genere si consiglia di usare lo scarificatore all'inizio della primavera, marzo o aprile, o in autunno, dalla fine di settembre a fine ottobre, preferibilmente con tempo asciutto su un terreno leggermente umido. I puristi passano lo scarificatore due volte all'anno, in primavera e in autunno, ma se si decide di procedere una sola volta all'anno, è meglio farlo in primavera.
È inutile e persino dannoso scarificare un prato giovane che ha meno di 3 anni, poiché si tratta comunque di un'operazione traumatica ed è meglio lasciare che l'erba si impianti correttamente nei primi anni.
A seconda delle dimensioni del prato, puoi scegliere tra 3 tipi di scarificatori.
Lo scarificatore manuale è sufficiente per un terreno di alcune decine di metri quadrati. Somiglia a un rastrello con denti piatti, più o meno stretti.
Lo scarificatore elettrico è adatto per superfici di medie dimensioni, fino a 500 m². La macchina è dotata di un rullo orizzontale su cui sono montati degli elementi (molle, denti, pettini o coltelli) la cui profondità può essere regolata. Assomiglia a un tosaerba e può essere provvisto di un cesto di raccolta.
Lo scarificatore con motore a scoppio è la soluzione ideale per le superfici più grandi di 500 m². Funziona a benzina come il tosaerba a scoppio.
Dato il prezzo di acquisto piuttosto elevato (diverse centinaia di euro per uno scarificatore a scoppio) e l'uso molto occasionale (una o due volte l'anno), può essere più conveniente affittarlo piuttosto che acquistarlo.
Inizia tagliando il prato corto (2 cm). Raccogli gli sfalci. Regola la profondità di lavoro dello scarificatore secondo in base al terreno e alle condizioni del prato, tra 2 e 4 cm. I coltelli dello scarificatore tagliano il feltro, eliminano le erbacce e triturano il muschio mentre girano affondando nel terreno. Nei periodi di siccità, se il terreno è troppo duro, bisognerebbe innaffiare il prato per bene il giorno prima di passare lo scarificatore.
Se usi un attrezzo manuale, fai dei movimenti avanti e indietro su brevi distanze in modo che i denti non affondino troppo. Per un risultato migliore, è meglio incrociare i passaggi. Il prato potrà sembrare lì per lì un po' malandato, ma l'erba ricrescerà in breve e più bella. Infine, se il tuo scarificatore non è dotato di un sacco di raccolta, spazza via con un rastrello per foglie tutti i residui, di radici e di muschio, e aggiungili al cumulo di compost.
Un'altra soluzione è quella di passare di nuovo il tosaerba per sfruttare il suo sacco raccoglierba. Infine, se il prato è molto danneggiato, puoi rigenerare il tappeto erboso con una trasemina, compattando infine con il rullo. In questo modo avrai l'ulteriore vantaggio di rincalzare le zolle d'erba rimosse dallo scarificatore. Innaffia a pioggia se non piove.
Evita di camminare sul prato e aspetta qualche settimana prima di tosare di nuovo. Puoi approfittare dell'allentamento del terreno durante la scarificazione per migliorarlo aggiungendo un ammendante come il compost, la cenere di legna (una manciata per m²), o la calce se il terreno è un po' troppo acido perché l'acidità favorisce la crescita dei muschi. La sabbia sparsa in superficie sarà la benvenuta se il terreno è argilloso.
Come prendersi cura del prato
Guida scritta da:
Giovanni, giardiniere per passione, Umbria
Alto come un soldo di cacio, già lavoravo nel giardino di famiglia. Forse è da lì che è nato il mio interesse per le piante e il giardinaggio. Era quindi logico per me seguire degli studi sia di biologia vegetale che di agraria. Accogliendo la richiesta di diversi editori, ho scritto in 25 anni numerosi libri sulla tematica delle piante, dei funghi (argomento che mi è a cuore), essenzialmente delle guide per il riconoscimento all’inizio, ma presto anche in seguito, sul giardinaggio, riallacciandomi così alla prima passione della mia infanzia. Ho anche collaborato regolarmente con diverse riviste specializzate nell’ambito del giardinaggio o più in generale della natura. Siccome non c’è giardiniere senza giardino, è in un piccolo angolo dell’Umbria che coltivo il mio da 30 anni e dove metto in pratica i metodi di coltura che vi consiglio.