Guida scritta da:
Giovanni, giardiniere per passione, Umbria
È in autunno o all’inizio della primavera che si prepara il terreno per le future coltivazioni. In un orto, la preparazione del suolo è importante perché permette di ottenere un terreno fine e sciolto che, avvolgendo il seme in modo omogeneo, ne favorisce la germinazione e il buon attecchimento. È importante però non intervenire mai nei periodi di gelate e aspettare che il suolo sia ben asciutto, ossia che l’eccesso di acqua sia stato assorbito per gravità. Un terreno leggermente asciutto in superficie sarà decisamente più facile da lavorare.
In primavera, il terreno si riscalda gradualmente e la sua attività biologica riprende. Le erbacce, comunemente note come infestanti, iniziano a crescere vigorosamente. Occorrerà rimuoverle prima che diventino troppo grandi.
Se si desidera diserbare senza prodotti chimici c'è un solo metodo efficace, il metodo manuale, che prevede l'impiego di utensili come il sarchiatore o la zappa ma, rimboccandosi le maniche, è possibile anche estirpare le infestanti a mano. Per il diserbo manuale dovrai essenzialmente ammorbidire il terreno per cercare di staccarlo dalle radici dell'erba. Poi, afferrando la pianta per il suo colletto (la parte a livello del terreno compresa tra radice e fusto), ruotala su se stessa tirandola verso di te.
Un'alternativa interessante al diserbo manuale è quella di coprire il terreno con un telo pacciamante per rimuoverlo dopo tre settimane: le erbe infestanti moriranno per mancanza di luce solare.
La preparazione del terreno prima della semina o della messa a dimora consiste nel lavorarlo con una serie di utensili che permettono di ottenere una terra molto fine in superficie (tanto più fine quanto più sono piccoli i semi) e priva di erbacce. Per il trapianto si può essere meno esigenti, ma il terreno deve essere sciolto per favorire l'attecchimento.
La prima fase della preparazione del terreno consiste tradizionalmente nel vangare o lavorare la terra. Per far ciò si utilizza una vanga o una forca vanga. Un altro attrezzo diventato molto popolare oggigiorno è una forca a due manici chiamata grelinette, aeroforca o bioforca. Ha il vantaggio di richiedere minore sforzo, non sconvolge gli strati del suolo e rispetta quindi tutta la microfauna sotterranea. Un altro vantaggio, non meno importante: preserva la tua schiena!
Bisognerà poi rompere le zolle con una forca o un coltivatore, una specie di forcone con denti ricurvi che permette nello stesso tempo di rimuovere le radici e i sassi. Durante questa fase, potrai aggiungere del fertilizzante o del compost, interrandolo a pochi centimetri di profondità.
Infine, bisognerà fresare finemente il terreno con un rastrello, livellarne la superficie e rimuovere le erbacce restanti, le zolle troppo grandi e i sassi. La superficie così preparata si chiama letto di semina. Quest’ultima tappa non è indispensabile se si trapiantano le piantine (patate, cavoli, pomodori…). Nei grandi appezzamenti, si può ricorrere agli utensili a motore, come il motocoltivatore per dissodare e la motozappa per fresare.
Per le piccole superfici, evita le motozappe o gli utensili a motore e privilegia gli attrezzi manuali. La motozappa, infatti, ha una serie di svantaggi: divide le radici delle piante che possono diventare così ancora più infestanti, come la gramigna ed il convolvolo e altera i diversi strati del suolo uccidendo molti lombrichi.
Se hai avuto la buona idea di concimare il terreno in autunno, probabilmente potrai risparmiarti di vangare. È arrivato il momento di rimuovere la pacciamatura, quella rimasta e non decomposta dalla fauna e dai microrganismi del terreno. Aggiungila al compost: non si butta niente.
In questo modo, il terreno si riscalderà più velocemente sotto i raggi del sole. Dissoda il suolo in superficie aiutandoti con un coltivatore per rimuovere nello stesso tempo le erbacce secche e quelle che hanno cominciato a germogliare nonostante la pacciamatura.
La primavera è il periodo giusto per aggiungere del compost al terreno: puoi incorporarlo ai primi 10 cm quando dissodi la superficie con il coltivatore, a condizione che si tratti di compost ben maturo, senza alcun verme di terra (che significherebbe che il compost è ancora in via di maturazione).
Invece del compost, puoi aggiungere del letame disidratato (pellettato o in polvere) o un fertilizzante sistemico che verrà direttamente assimilato dalle piante.
Se hai seminato con il sovescio in autunno (segale, trifoglio rosso, ecc.) è il momento, a marzo o aprile, di falciarlo utilizzando un tosaerba con funzione mulching. Interra le piante superficialmente e aspetta almeno un mese prima di seminare o mettere a dimora le piante.
Se sei abile nel maneggiare la falce, puoi usare questo attrezzo, o un falcetto per le piccole superfici. Raccogli poi gli sfalci e aggiungili al compost. Infine, lavora il terreno con la vanga o direttamente con un coltivatore.
All'inizio di marzo, non dimenticare di mettere a germinare le patate da piantare: circa 5 settimane prima della semina, disponile in un luogo luminoso, fresco ma non freddo. Quando i germogli avranno raggiunto 1 cm di lunghezza, potrai piantarli.
Dividi i ciuffi delle piante esistenti, come menta, acetosa, origano, dragoncello, ecc. Infine, un ultimo consiglio: se non l'hai fatto durante l'inverno, dai un'occhiata ai tuoi attrezzi, ripara quelli che hanno sofferto, cambia un manico che minaccia di rompersi. Non c'è niente di peggio che dover rimandare il proprio lavoro a causa di un utensile difettoso!
Per conoscere gli utensili indispensabili per lavorare il terreno consulta le guide dei nostri redattori:
Guida scritta da:
Giovanni, giardiniere per passione, Umbria
Alto come un soldo di cacio, già lavoravo nel giardino di famiglia. Forse è da lì che è nato il mio interesse per le piante e il giardinaggio. Era quindi logico per me seguire degli studi sia di biologia vegetale che di agraria. Accogliendo la richiesta di diversi editori, ho scritto in 25 anni numerosi libri sulla tematica delle piante, dei funghi (argomento che mi è a cuore), essenzialmente delle guide per il riconoscimento all’inizio, ma presto anche in seguito, sul giardinaggio, riallacciandomi così alla prima passione della mia infanzia. Ho anche collaborato regolarmente con diverse riviste specializzate nell’ambito del giardinaggio o più in generale della natura. Siccome non c’è giardiniere senza giardino, è in un piccolo angolo dell’Umbria che coltivo il mio da 30 anni e dove metto in pratica i metodi di coltura che vi consiglio.