Guida scritta da:
Giovanni, giardiniere per passione, Umbria
Il glifosato è un erbicida sistemico (cioè assorbito per via fogliare) utilizzato in agricoltura fin dagli anni '70 e ad oggi è l'erbicida più diffuso al mondo. Tuttavia, sempre più Paesi stanno imponendo delle restrizioni al suo utilizzo.
In Italia, il Decreto n. 33 del 22 gennaio 2018 (Regolamento sulle misure e sui requisiti dei prodotti fitosanitari per un uso sicuro da parte degli utilizzatori non professionali) pone importanti limitazioni al commercio e all’utilizzo dei prodotti fitosanitari (diserbanti e pesticidi).
Il Decreto stabilisce che i prodotti fitosanitari destinati agli utilizzatori non professionali e liberamente commercializzati devono riportare sull’etichetta la sigla PFnPO (nel caso di utilizzo per piante ornamentali) oppure PFnPE (se utilizzati per piante edibili).
I prodotti privi di questa sigla sono riservati esclusivamente agli utilizzatori professionali dotati dell’abilitazione all’acquisto e all’uso di questi prodotti (il cosiddetto patentino).
Inoltre, per quanto riguarda il glifosato, ne è vietato l'uso non agricolo su suoli che presentano una percentuale di sabbia superiore all'80%, nelle aree vulnerabili, nelle zone di rispetto e nelle aree frequentate dalla popolazione, come: giardini, campi sportivi e aree ricreative, cortili e aree verdi all'interno di scuole, aree gioco per bambini e aree adiacenti alle strutture sanitarie.
In Europa attualmente l'uso del glifosato è autorizzato in tutti i Paesi dell'Unione e l'autorizzazione resterà valida fino al 15 dicembre 2022.
Per diserbare senza questi prodotti, sarà dunque necessario riconsiderare il concetto di giardino e accettare che le nostre piante coltivate coabitino con qualche pianta indesiderata. Le erbacce non impediscono a un orto di essere produttivo. Inoltre, rappresentano una fonte di nutrimento per la fauna selvatica, in particolare per gli insetti. Questo principio del bio-controllo si basa sulla gestione degli equilibri delle specie infestanti anziché sul loro sradicamento.
Si tratta di metodi o strategie che hanno lo scopo di evitare l'insediamento delle erbacce (o avventizie).
Zappando e sarchiando regolarmente si impedisce ai semi di germogliare.
Durante la stagione vegetativa, sarchia le piante seminate lungo i filari e le piante singole 2 o 3 volte al mese, a partire da quando germogliano.
Le colture a crescita lenta (valerianella, cipolla, carota, barbabietola...) devono essere seminate in un terreno precedentemente ben diserbato in quanto rischiano di soccombere in presenza di piante infestanti. Inoltre, dovranno essere diserbate a mano subito dopo la germinazione.
La pacciamatura è uno dei principi fondamentali su cui si basa la permacultura.
Spargendo uno strato di pacciame sulle aiuole e fra gli ortaggi, limiterai non solo la crescita delle erbacce ma anche la frequenza delle innaffiature, perché il terreno tratterrà meglio la propria umidità. Per quanto possibile, usa materiali biodegradabili come felci, paglia, sfalci del prato, pacciame di cacao, scorze, pagliuzze di canapa o lino, cartoni, giornali.
In autunno, non aver paura di depositare un abbondante strato di foglie secche anche sul terreno spoglio. In questo modo eviterai la crescita delle piante.
I teli per pacciamatura o i tessuti geotessili vengono usati come la pacciamatura per impedire la crescita delle erbacce, ad esempio nel momento in cui si pianta una siepe. I geotessili biodegradabili in iuta o in fibra di cocco si degradano con il passare del tempo.
I geotessili imputrescibili, posati su un vialetto di ghiaia, impediscono alla vegetazione di spuntare fra i sassi.
Nei giardini ornamentali, le piante tappezzanti sono ottime per coprire il livello più basso di un cespuglio: Armeria Marittima, Alisso, Iperico, Aubrezie, ecc. Queste specie ornano l'aiuola senza lasciare spazio alle avventizie.
Traccia dei bordi per delimitare bene le aiuole e crea un ostacolo alle radici.
Se il tuo orto è libero da almeno 2 mesi, puoi seminare del sovescio. Si tratta di piante erbacee a crescita rapida, come segale, erba medica, facelia, grano saraceno, colza, senape bianca, che impediranno così la crescita delle erbacce o le soffocheranno.
Prima della fioritura, dovrai falciarlo, trituralo e incorporalo al terreno per fertilizzarlo e arricchirlo di sostanze nutritive. D'inverno, il sovescio ha anche il vantaggio d'impedire la dispersione degli elementi nutritivi del terreno.
Se, nonostante tutti i tuoi sforzi, le erbacce hanno attecchito sul terreno, l'azione preventiva per evitare di esserne invasi l'anno seguente consiste nell'impedirne la produzione dei semi. Taglia le erbacce o estirpale prima di questa fase.
Questo metodo è l'unico da prendere in considerazione quando le piante coltivate non sono molto distanziate fra loro; inoltre, è adatto all'eliminazione delle piante annuali facili da estirpare: capsella (borsa da pastore), veronica, fumaria, anagallide, ecc.
Questo diserbo è preciso, estremamente selettivo, totalmente inoffensivo per il terreno e per la vita microbica. Estirpare la pianta è il solo modo per garantire che non ricrescerà.
Il metodo è semplice da applicare se il terreno è sufficientemente umido. Aiutati con un coltello o un estirpatore per estrarre le piante radicate in profondità.
Il cardo è più facile da estirpare quando la sua radice è ancora poco sviluppata. E soprattutto, procedi prima della fioritura onde evitare la diffusione dei semi.
La gramigna è particolarmente difficile da eliminare. Il più piccolo pezzo di radice lasciato sul terreno fa ricrescere la pianta. Evita la vanga e gli attrezzi a motore e preferisci la forca o la aero forca (grelinette). Ogni frammento di rizoma che troverai, verrà così estirpato dal terreno.
Passare un sarchio o una zappa attorno alle piante o lungo i solchi consente di sradicare o tagliare le piante alla base.
Sarchia durante le belle giornate. Le erbacce si seccheranno sul posto nell'arco della giornata e questo eviterà che attecchiscano nuovamente. La sarchiatura è un procedimento che consente di eliminare le erbacce quando sono ancora giovani. Si esegue con un sarchio tramite il quale si raschia il terreno in superficie.
Se la terra è secca e si è formata una crosta in superficie, è meglio usare la tecnica della zappatura che ha il duplice vantaggio di strappare le erbacce e di rompere la crosta di terra. Le erbacce estirpate o tagliate vengono sia lasciate sul posto, sia messe nel compost.
Diversi utensili semplificano il lavoro del giardiniere. Alcuni estirpatori manuali sono particolarmente adatti per estirpare le piante evitando sforzi con la schiena e le ginocchia, ma può andare bene anche un semplice coltello da diserbo.
L'estirpatore è adatto per estirpare piante con radici coniche, tarassaco, cardo, rumex. Scegli utensili di qualità e molto robusti perché alcune radici affondano a diversi decimetri di profondità.
I prati sono spesso invasi da tarassaco, trifoglio, margherite, piloselle e muschi.
Gli sfalci ripetuti indeboliscono queste piante e impediscono la formazione dei semi
I diserbanti elettrici o a gas eliminano le erbacce. Questa tecnica è ideale per i lavori su piccole superfici o nei bordi di vialetti. Impiegata su una coltura prima che le piante germoglino o fra i solchi, ha però lo svantaggio di scaldare lo strato superficiale del terreno.
Il bruciatore a gas è alimentato da cartucce a gas o può essere montato su una classica bombola. È sufficiente passare la fiamma sulle piante, senza insistere. Le piante non vengono carbonizzate ma subiscono uno choc termico che non riescono a sopportare: appassiscono in poche ore. Sebbene i risultati possano sembrare spettacolari, sulle piante perenni durano solo per un breve periodo poiché i germogli ricompaiono alla base. Sarà quindi necessario passare più volte perché vengano distrutte alla radice.
Il diserbante elettrico è meno pericoloso rispetto al bruciatore a gas.
L'idropulitrice ha il vantaggio di eliminare anche muschi e licheni, ma è da prendere in considerazione solo nel caso di pavimento lastricato.
Prima di procedere con una falsa semina, il terreno viene preparato come per la semina normale in modo tale da mettere i semi delle erbacce in condizione di germogliare prima di distruggerli. Prepara il terreno 15 giorni prima e lascia crescere le erbacce. Poi, estirpale a mano o con la zappa in un giorno di sole. Rastrella per togliere l'erba e livella il terreno poi, senza aspettare, procedi con la semina delle tue piante, lavorando il terreno in superficie in modo da non sollevare nuovi semi di piante avventizie.
Questo metodo garantisce ottimi risultati quando si vuole diserbare completamente uno spazio in modo da poter preparare il terreno per nuove colture. La zona da diserbare viene coperta da un telo nero spesso, da una vecchia moquette, ecc. che viene lasciata sul posto per diversi mesi.
Sotto questa cortina, le piante moriranno a causa della mancanza di luce e di calore e avrai così uno spazio diserbato, pronto per essere coltivato.
Sul fronte dei diserbanti biologici recentemente commercializzati, esistono due principali linee di prodotto:
I prodotti a base di acido pelargonico.
I prodotti a base di acido acetico, ovvero l'aceto.
Questi erbicidi agiscono per contatto e uccidono solo le piante che ricevono il prodotto polverizzato sulle foglie e sugli steli.
Per questi nuovi prodotti manca tuttavia un'obiettività, ma possiamo già notare che risultano efficaci sopratutto sulle piante giovani, in particolare quelle annuali, e che talvolta è necessario effettuare più applicazioni.
Nonostante questi prodotti vengano classificati come biologici, ed effettivamente si tratta di prodotti che esistono in natura, non sono altrettanto privi di tossicità. Il loro uso non è consentito nell'agricoltura biologica perché il concetto di diserbo non è contemplato in agricoltura biologica.
Non si conoscono gli effetti degli adiuvanti contenuti al loro interno.
Inoltre, l'acido pelargonico è una molecola corrosiva e la sua azione sull'ambiente non è ancora ben nota.
Se l'obiettivo è quello di impiegare maggiormente questi prodotti al posto di quelli che a breve verranno vietati (glifosato), è importante verificare che il loro impatto sull'ambiente o sulla salute resti limitato.
Guida scritta da:
Giovanni, giardiniere per passione, Umbria
Alto come un soldo di cacio, già lavoravo nel giardino di famiglia. Forse è da lì che è nato il mio interesse per le piante e il giardinaggio. Era quindi logico per me seguire degli studi sia di biologia vegetale che di agraria. Accogliendo la richiesta di diversi editori, ho scritto in 25 anni numerosi libri sulla tematica delle piante, dei funghi (argomento che mi è a cuore), essenzialmente delle guide per il riconoscimento all’inizio, ma presto anche in seguito, sul giardinaggio, riallacciandomi così alla prima passione della mia infanzia. Ho anche collaborato regolarmente con diverse riviste specializzate nell’ambito del giardinaggio o più in generale della natura. Siccome non c’è giardiniere senza giardino, è in un piccolo angolo dell’Umbria che coltivo il mio da 30 anni e dove metto in pratica i metodi di coltura che vi consiglio.