Guida scritta da:
Silvia, Scrittrice e giornalista, Gallipoli
La Circolare Ministeriale del 19 giugno 1968 contiene le prime disposizioni tecniche rivolte al superamento delle barriere architettoniche. L’argomento viene poi approfondito e ampliato dal D.P.R. del 27 aprile 1978, soprattutto per quanto riguarda i criteri di progettazione, senza barriere architettoniche, degli edifici pubblici a carattere collettivo e sociale. Si tratta quindi di prescrizioni normative che interessano gli edifici pubblici e privati aperti al pubblico e, in qualche misura, gli interventi di edilizia residenziale pubblica.
La Legge 13 del 1989 (Disposizioni per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati) affronta il problema delle barriere architettoniche nell’edilizia residenziale stabilendo i criteri per la progettazione senza barriere degli edifici privati di nuova costruzione, degli interventi di ristrutturazione e anche degli spazi esterni di pertinenza e accesso.
Il Regolamento di attuazione della Legge 13/89 viene emanato a giugno dello stesso anno dal Ministero dei Lavori Pubblici (D.M. del 14/6/1989 n. 236). Il decreto dà alcune importanti definizioni, tra cui quella di barriera architettonica. Per barriera architettonica si intendono tre diverse tipologie di ostacoli per la persona con disabilità:
ostacoli fisici, che causano disagio per la mobilità di ogni persona e in particolare di chi ha una capacità motoria ridotta in forma permanente o temporanea;
ostacoli che limitano o impediscono l’uso di parti, attrezzature e componenti in modo comodo e sicuro;
mancate segnalazioni o accorgimenti che permettano a ciechi, ipovedenti e sordi di orientarsi e riconoscere luoghi e situazioni di pericolo.
Il decreto ministeriale definisce quindi i requisiti tecnici e le prescrizioni minime necessarie a garantire l’accessibilità, l’adattabilità e la visitabilità degli edifici al fine del superamento ed eliminazione delle barriere architettoniche.
Per quanto riguarda i bagni per persone a mobilità ridotta, il D.M. 236/89 prevede una serie di criteri generali di progettazione per rendere agevoli le manovre necessarie a chi si muove su sedia a rotelle e deve utilizzare i sanitari. Oltre alle dimensioni minime del bagno, della porta e la presenza di attrezzature (maniglioni di sostegno, specchio, porta carta igienica), la normativa stabilisce tra le altre cose che deve essere possibile accostare una sedia a rotelle a lato del WC, del bidet ecc. e di fronte al lavabo, nonché l’utilizzo comodo e sicuro del bidet, del lavabo, della doccia o vasca da bagno e della lavatrice.
I criteri di accessibilità delle toilette per le persone con mobilità ridotta sono stabiliti in base alle esigenze più vincolanti e quindi delle persone in sedia a rotelle.
Tutte le informazioni relative alle toilette per persone a mobilità ridotta devono essere visibili e leggibili dalla persona in piedi che seduta, accessibili a una persona non vedente o ipovedente a meno di un metro di distanza e tradotte in Braille. L'altezza dei caratteri di scrittura deve essere superiore o uguale a 4,50 mm.
Ci sono diverse regole che riguardano le porte dei bagni per persone con ridotta mobilità:
la porta deve avere una luce netta di almeno 85 cm e aprirsi verso l’esterno (se a battente);
la maniglia va posta ad un’altezza compresa tra 85 e 96 cm, altezza consigliata 90 cm;
la chiusura deve essere del tipo “a nottolino” cioè chiudibile dall’interno girando una manopola (senza chiave) e apribile dall'esterno, in caso necessità, con una semplice moneta. È possibile installare anche un maniglione supplementare – interno ed esterno – per agevolare la manovra di entrata e di uscita dal locale;
una porta scorrevole a scomparsa offre diversi vantaggi perché l’apertura e la chiusura non intralciano il passaggio della sedia a rotelle;
è possibile dotare la porta del WC di un sistema automatico di apertura e di chiusura comandato elettronicamente.
La normativa prevede che:
sia garantito l’accostamento laterale alla tazza del wc (e, ove presenti, al bidet, alla vasca o alla doccia) e l’accostamento frontale al lavabo;
vi sia luce abbondante in tutto il locale;
lo spazio di manovra necessario per avvicinarsi e usufruire dei sanitari in sicurezza, anche per chi è in carrozzina sia almeno di 100 cm per il WC, misurati a partire dall’asse del singolo sanitario;
per la vasca (con profondità minima di 80 cm) occorrono 140 cm di spazio di manovra;
per il lavabo, invece, almeno 80 cm, misurati dal bordo frontale.
Anche in questo caso, l'attrezzatura dovrebbe essere adatta all'uso sia in posizione seduta che in piedi.
Devono essere preferibilmente di tipo sospeso.
L'asse del WC (o del bidet) deve essere posto ad una distanza minima di 40 cm dalla parete laterale.
Il bordo anteriore deve sporgere 75/80 cm rispetto alla parete posteriore per permettere l’accostamento della carrozzina.
Il piano superiore deve essere a 45/50 cm dal pavimento.
Se l'asse della tazza o bidet è distante più di 40 cm dalla parete, si deve prevedere, a 40 cm dall'asse dell'apparecchio sanitario, un maniglione o corrimano per consentire il trasferimento.
Un campanello di sicurezza deve essere posto in prossimità del vaso WC.
Un kit water-bidet o un doccino flessibile installato vicino al vaso WC può rivelarsi molto pratico per l’igiene del disabile e la pulizia dei sanitari stessi.
Il locale bagno deve essere provvisto di corrimano orizzontale lungo l’intero perimetro del locale e di maniglioni di sostegno per permettere gli spostamenti del disabile dalla carrozzina al WC o agli altri sanitari.
I maniglioni di sostegno e il corrimano devono essere saldamenti fissati ad un'altezza compresa tra 70 e 80 cm in modo da permettere ad un adulto di appoggiarvisi con tutto il suo peso. La distanza tra questa maniglia e l'asse del vaso WC deve essere compresa tra 40 e 45 cm.
Il porta carta igienica deve essere fissato a un'altezza compresa tra 0,90 e 1,30 m.
Il lavabo dei bagni per disabili deve essere a mensola (sospeso).
Deve essere utilizzabile agevolmente sia in posizione seduta che in piedi.
Deve essere posizionato ad una distanza da terra di 80 cm.
Lo spazio necessario all’accostamento frontale della sedia a rotelle al lavabo deve essere minimo di 80 cm misurati dal bordo anteriore del lavabo.
I rubinetti del lavabo devono essere preferibilmente del tipo a leva clinica che non richiede, quindi, la rotazione di una manopola.
L'erogazione dell'acqua calda dovrebbe essere regolabile mediante miscelatori termostatici.
Possono essere previsti anche rubinetti a pedale, temporizzati o a comando elettronico.
Tutti gli accessori per il bagno, compresi portasapone, portasciugamani o mensole, devono essere installati a un'altezza non superiore a 120 cm dal pavimento per essere accessibili ai disabili.
Lo specchio deve essere fruibile per tutti (bambini o chi sta seduto su una sedia rotelle), quindi fissato vicino al bordo del lavabo oppure reclinabile.
Il piatto doccia deve essere a filo pavimento.
La zona doccia deve essere dotata di sedile ribaltabile e doccino a telefono.
Devono essere presenti maniglioni e corrimano per consentirne un uso in sicurezza.
Un campanello di emergenza deve essere facilmente accessibile dalla doccia.
Nel caso di vasca, questa deve essere provvista di:
sportello largo 70-80 cm e apribile verso l’esterno con angolo di apertura fino a 180°;
sedile interno alto circa 50-55 cm;
doccino flessibile, estraibile e posizionato in maniera da essere raggiunto con comodità;
opportuni corrimani e maniglioni di sostegno;
campanello di emergenza facilmente accessibile dalla vasca.
La vasca può inoltre essere dotata di sistemi meccanizzati di ausilio all'ingresso e all'uscita.
Guida scritta da:
Silvia, Scrittrice e giornalista, Gallipoli
Dopo 10 anni di lavoro come addetto stampa per un’importante società d’ingegneria, ho deciso di unire la mia esperienza professionale e la mia passione per la scrittura entrando nel giornalismo freelance e nella redazione a tempo pieno. Eclettica sia nei gusti che nella scrittura, in me convivono grandi passioni come la scienza e la storia, ma soprattutto l’interesse per la decorazione e il fai-da-te. Su questi argomenti, apparentemente così diversi, scrivo ormai da quasi vent’anni, devo dire con un discreto successo, probabilmente perché i miei articoli sono la cronaca dei lavori e dell’esperienza maturata nel corso della totale ristrutturazione di una vecchia masseria nel cuore del Salento. Esperienza che vorrei condividere con te attraverso i miei suggerimenti.