Guida scritta da:
Giovanni, giardiniere per passione, Umbria
I riscaldatori a paraffina sono generalmente utilizzati per riscaldare piccole serre fino a 5 m² e le cosiddette serre fredde.
Sono usati soprattutto per la protezione dal gelo e mantengono una temperatura adeguata durante la notte o in condizioni di freddo estremo.
Consumano poco ma devono essere accesi e spenti a mano e ricaricati più o meno spesso a seconda delle dimensioni del serbatoio. Per questo tipo di riscaldatori usa solo paraffina senza zolfo perché gli altri combustibili possono causare l'emissione di gas tossici per le piante.
Diversi modelli di riscaldatori elettrici sono appositamente progettati per le serre: lampade a infrarossi, termoventilatori, riscaldatori tubolari, ecc.
I sistemi che agitano l'aria sono in genere preferibili perché rendono la temperatura della serra più omogenea ed evitano la comparsa di malattie. Nei mesi estivi, disattivando la funzione di riscaldamento, assicurano la ventilazione dei locali.
Se la serra ha una superficie di pochi metri quadrati, un piccolo radiatore elettrico può essere sufficiente.
Vantaggi | Svantaggi | |
Riscaldatore a paraffina | Facile da installare e da spostare Economico nei consumi | Rilascio di vapore acqueo (che favorisce l'insorgenza di alcune malattie) Scarsa autonomia (è necessario fare delle riserve di combustibile) Non è possibile regolare la temperatura Necessita di una ventilazione molto frequente |
Riscaldatore elettrico | Temperatura costante mediante termostato Nessuna condensa Temperatura omogenea tra suolo e soffitto Facile da spostare Nessuna emissione di gas o fumi Funzione di ventilazione in estate Efficace per le grandi serre (superficie maggiore di 20 m²) | Necessità di disporre di un allaccio alla rete elettrica nei pressi della serra Costo dell'energia elettrica Necessità di prevedere un sistema di riscaldamento alternativo in caso di mancanza di corrente |
Non dimenticare di aerare regolarmente la serra approfittando delle temperature miti. Una buona ventilazione eviterà lo sviluppo delle fitopatologie tipiche degli ambienti confinati. Usa solo attrezzature previste per questo scopo.
Il riscaldamento a gas è economico, ma con questo tipo di apparecchi è difficile una regolazione precisa e bisognerà quindi tenere costantemente sotto controllo la temperatura della serra. Possono inoltre emettere fumi che sono tossici per le piante e per gli esseri umani, specialmente se i riscaldatori non sono correttamente regolati.
Anche i riscaldatori a gas, come quelli a paraffina, producono vapore acqueo che può favorire l'insorgenza di alcune fitopatologie (soprattutto malattie fungine e muffe). Le bombole di gas propano sono le più utilizzate poiché il butano a temperature inferiori a 0°C resta liquido e non può quindi alimentare le stufe.
Un metodo di fortuna usato in passato era quello di mettere dei recipienti di acqua calda nelle serre. Può essere una misura di emergenza quando, per esempio, le temperature notturne sono eccessivamente basse e i pochi gradi guadagnati possono fare la differenza.
Per le semine precoci o le talee più delicate non è necessario un grande spazio.
Una mini serra riscaldata è sufficiente. Si tratta di un contenitore coperto, riscaldato sul fondo da una resistenza o da un tappetino riscaldante. Può essere facilmente realizzata utilizzando una cassetta di polistirolo da pescivendolo e un cavo riscaldante per terrari posto tra due strati di sabbia sul fondo della cassetta.
Guida scritta da:
Giovanni, giardiniere per passione, Umbria
Alto come un soldo di cacio, già lavoravo nel giardino di famiglia. Forse è da lì che è nato il mio interesse per le piante e il giardinaggio. Era quindi logico per me seguire degli studi sia di biologia vegetale che di agraria. Accogliendo la richiesta di diversi editori, ho scritto in 25 anni numerosi libri sulla tematica delle piante, dei funghi (argomento che mi è a cuore), essenzialmente delle guide per il riconoscimento all’inizio, ma presto anche in seguito, sul giardinaggio, riallacciandomi così alla prima passione della mia infanzia. Ho anche collaborato regolarmente con diverse riviste specializzate nell’ambito del giardinaggio o più in generale della natura. Siccome non c’è giardiniere senza giardino, è in un piccolo angolo dell’Umbria che coltivo il mio da 30 anni e dove metto in pratica i metodi di coltura che vi consiglio.